Questo trauma cervicale riguarda il almeno 10-15% della popolazione. Tipica causa del colpo di frusta sono i tamponamenti o le collisioni laterali: la brusca variazione di velocità sottopone il collo a un trauma che può lesionare le ossa e i muscoli, dando origine al dolore. Il numero è molto alto ed è anche più alto degli stessi incidenti stradali perchè molti, infatti, non denunciano l’ incidente o non vanno al pronto soccorso perché sul momento non sentono dolore, salvo poi avvertire mal di testa, formicolio alle mani, dolore al collo dopo qualche giorno. E al colpo di frusta si associano spesso anche vertigini e disturbi dell’ equilibrio, sintomi inattesi che preoccupano, in realtà manifestazioni comuni di cui non aver paura.
Di solito il disturbo si risolve nel giro di un mese senza strascichi. Ma in alcuni pazienti il dolore resta più a lungo, per mesi o addirittura anni. E uno dei fattori che possono facilitare questo “slittamento” della guarigione è l’ essere coinvolti in un contenzioso legale o con le assicurazioni… in pratica, se di mezzo ci sono risarcimenti, avvocati e pratiche assicurative che si trascinano o che potrebbero fruttare soldi, il dolore non se ne va o se ne va assai più lentamente.
Considerazioni maligne a parte, questo non è l’ unico elemento che ostacola una ripresa veloce: un fattore importante è ad esempio l’ intensità del dolore, ma in molti casi l’ entità del danno biologico comunque non basta a spiegare perché i sintomi persistano tanto.
Anche alcuni fattori psicosociali influenzano il recupero. Si è dimostrato, infatti, che il vissuto personale e problemi in famiglia, oppure sul lavoro, possono compromettere una piena ripresa e devono essere quindi valutati nei pazienti che non guariscono.

Il collare
Nei primi giorni, soprattutto se il dolore è intenso, si può ricorrere per breve tempo a un antidolorifico leggero come il paracetamolo o con uno dei molti farmaci antivertiginosi disponibili o con specifiche manovre liberatorie. Può essere utile anche indossare il collare, ma per non più di sette, dieci giorni. Anzi, se la visita medica non ha ravvisato danni specifici, è bene piuttosto non immobilizzarsi, ma restare attivi per favorire il recupero delle strutture cervicali coinvolte. Anche la fisioterapia e i massaggi possono aiutare. Ma in linea generale il colpo di frusta si risolve da solo, a meno che non si rientri in quel 7-8% di pazienti in cui il dolore diventa cronico e disabilitante, tanto da compromettere in maniera significativa la qualità della vita.
È qui che entrano in gioco ansia, paura di non riuscire a lavorare come prima, problemi familiari e anche la preoccupazione per un eventuale risarcimento: ecco perché, quando il colpo di frusta non passa, l’ approccio terapeutico cambia e curare soltanto il dolore non basta più a risolvere il problema.

Rieducazione
In fase cronica, quando cioè il dolore dura per oltre tre mesi, il cardine della cura diventa la rieducazione a base di ginnastica medica con impronta cognitivo-comportamentale. Significa imparare a gestire il dolore e la disabilità che ne deriva, senza subire passivamente i sintomi. La terapia consiste in specifiche tecniche di recupero funzionale associate a un percorso di modifica delle convinzioni e dei comportamenti sbagliati del paziente, come il controllo della postura o le piccole precauzioni che devono essere messe in pratica ogni giorno. Purtroppo quando il dolore è diventato cronico non è detto che scompaia, nonostante le cure, ed è probabile dover ricorrere ad antidolorifici (comunque, per non più di 3 o 4 giorni ) se diventa insostenibile: ecco perché nel caso dei pazienti cronici l’ obiettivo principale diventa soprattutto fornire strumenti “attivi”, a base di esercizi e comportamenti corretti, per gestire i sintomi e vivere normalmente. E’ importante individuare quanto prima chi tende a non guarire: per questo serve una visita di controllo fra uno e tre mesi dall’ incidente.

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