Un dolore al torace, dalle parti del cuore. Più o meno forte, più o meno frequente, ma comunque uno di quei sintomi che impensieriscono un bel po’ e fanno correre dal medico, col pensiero fisso a un problema cardiaco. Per giunta, è anche uno fra gli indizi più complicati da interpretare per gli stessi medici, un rompicapo dietro il quale si possono nascondere patologie serie, ma anche condizioni non allarmanti.

Esamineremo le condizioni più frequenti tra quelle causate da problemi cardiaci e tra quelle non riconducibili al cuore.
Se districarsi tra le tante possibili cause di dolore toracico non è uno scherzo per i medici, figurarsi per il paziente: «Da soli non è possibile distinguere fra un dolore toracico segno di una malattia seria e uno che non ha un significato clinico rilevante – sottolinea il professor Maurizio Guazzi, direttore della cattedra di cardiologia del Centro Cardiologico Monzino di Milano -. Forzare il medico per farsi prescrivere certi esami, o tentare un’ autodiagnosi, può essere pericoloso: chi si trova alle prese con un dolore toracico dovrebbe perciò consultare il medico, affidandosi a lui nel percorso diagnostico da seguire per arrivare a scoprire il problema di cui il sintomo è l’ espressione».

Il ruolo dell’ età
Il significato del dolore toracico dipende molto dalle caratteristiche del paziente: in un uomo di sessant’ anni iperteso e diabetico il sospetto si indirizza da subito verso un problema cardiaco, ma in una donna molto giovane si possono orientare le indagini verso altre cause.

Psicosomatico
In moltissimi casi, infatti, il minaccioso dolore non nasconde niente di particolarmente temibile: per chi è ansioso, ad esempio, può trattarsi dell’ ennesima manifestazione psicosomatica dell’ agitazione; altrettanto spesso si finisce per scoprire che dietro al dolore toracico si nasconde un reflusso gastroesofageo, disfunzione comune, soprattutto in chi non è più giovanissimo.

Certo, i primi pensieri non sono questi: tutti temono che la colpa sia, piuttosto, di qualcosa che non va nel cuore. Ma, a parziale conforto, va detto che eventi (cardiaci e non) davvero gravi provocano ben più di una fitta dolorosa e difficilmente passano “inosservati”.
La causa più frequente del dolore toracico di origine cardiaca è un’ insufficienza coronarica, cioè un difetto dell’ irrorazione del cuore. Se le coronarie non riescono a supplire alla richiesta d’ ossigeno dell’ organo, infatti, si ha una riduzione o la cessazione temporanea del flusso di sangue in alcune zone e ciò provoca dolore, la cosiddetta angina pectoris.
Un problema molto diffuso, che nella grande maggioranza dei pazienti dipende dall’ aterosclerosi: le placche che si depositano nelle arterie, infatti, restringono il lume dei vasi e ostacolano il passaggio del sangue. L’ ostruzione può non avere alcun effetto quando il cuore è a riposo, ma sotto sforzo il il cuore “boccheggia”, perché non ha tutta l’ energia di cui ha bisogno e compare il dolore.
Una visita cardiologica approfondita e qualche esame mirato sono, allora, d’ obbligo. «Ad esempio, sarebbe indispensabile riuscire a effettuare un elettrocardiogramma quando si ha il dolore – puntualizza Guazzi -. Se, in coincidenza del sintomo, il tracciato si altera, infatti, abbiamo la certezza che il problema dipenda da un’ insufficienza coronarica e da un’ ischemia in un’ area del cuore. Questo perché l’ elettrocardiogramma di un paziente coronaropatico può essere perfetto prima e dopo il “momento critico”, in assenza di sintomi». Peraltro, l’ elettrocardiogramma (sotto sforzo e non), assieme all’ auscultazione del cuore e all’ ecocardiogramma, è un test fondamentale per distinguere l’ angina da altri disturbi cardiaci meno frequenti che potrebbero però dar luogo a un dolore toracico. Così, se i test cardiologici sono negativi, ci si può “mettere il cuore in pace”; se invece le coronarie non sono in gran forma esistono terapie possibili.

Prevenzione
La prevenzione è irrinunciabile: e se ormai tutti sanno quanto sia importante non fumare e tenere sotto controllo colesterolo, pressione arteriosa e peso, è bene spendere una parola sul diabete, forse il più subdolo killer delle coronarie. Troppi sottovalutano un’ alterazione della glicemia. Invece basta superare di poco la soglia perché ben presto si manifestino complicanze cardiovascolari.

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