Verso Settembre ci sono molti bambini con gli occhi arrossati per congiuntivite. Si sovrappongono infatti, i casi dovuti alle infezioni, da virus o da batteri – la cui diffusione è facilitata dalla frequentazione scolastica – e i casi dovuti all’allergia, provocati dai pollini delle piante.
Le congiuntiviti piu’ frequenti sono quelle provocate dai batteri. Meno frequenti, ma ancor più contagiose, sono quelle dovute a virus, mentre già iniziano a presentarsi quelle dovute ai pollini delle piante. Distinguere le tre forme di congiuntivite è importante, perché, anche se in nessun caso i genitori devono usare farmaci (colliri e pomate compresi) di propria iniziativa, secondo il tipo di occhio arrossato il bambino potrà andare a scuola o dovra’ restare a casa. Vediamo allora da vicino , le tre forme di questo comune disturbo e che cosa e’ opportuno fare caso per caso.

Forme batteriche
Le congiuntiviti batteriche si riconoscono da un segno inconfondibile: gli occhi appiccicati al mattino. Soprattutto nel bordo delle palpebre c’ è una secrezione di colore bianco-giallastro che, se densa, impedisce l’ apertura delle palpebre stesse. La zona bianca del bulbo oculare può essere arrossata, mettendo in mostra una parte della rete dei piccoli vasi sanguigni. Abbassando con il pollice la palpebra inferiore, in modo da vederne l’ interno, la si noterà di un rosso intenso. La forma batterica è molto contagiosa e la trasmissione avviene anche attraverso le mani. Tuttavia, in questo caso, basterà iniziare la terapia, con un idoneo collirio contenente antibiotico, e il bambino non sarà più contagioso: potrà, quindi, tornare a scuola.

Forme virali
Sono meno frequenti, ma ancor più contagiose di quelle batteriche. Si riconoscono perché il bambino presenta abbondante lacrimazione, ha l’ occhio arrossato e può avere febbre, ma non avrà mai gli occhi “appiccicati”. Questo è il primo elemento di distinzione; inoltre, questa forma la si riconosce perché si accompagna a mal di gola e spesso a febbre. Il bambino non dovrà tornare a scuola fino a quando non è guarito (in alcuni casi sono necessarie anche 2-3 settimane). In genere viene usata una terapia sintomatica, cioè solo per alleviare il fastidio. Si possono impiegare lacrime artificiali o colliri con derivati del cortisone, ma deve essere il medico a prescriverli.

Forme allergiche
Quasi tutte sono provocate dai pollini delle piante. Perciò, il primo segno utile al riconoscimento lo fornisce la stagione. La conferma si ha osservando gli occhi: le palpebre sono gonfie, la parte bianca dei bulbi oculari è arrossata e coperta da lacrime, la luce provoca fastidio e il bambino dice di aver prurito agli occhi. Quasi sempre c’ è anche il raffreddore del tipo allergico, con un’ abbondante secrezione nasale, liquida e limpida (che ricorda l’ acqua) e il bambino starnutisce in continuazione, spesso anche 20-30 volte di seguito. Per la cura, al solito, si deve attendere il medico. Ma il bambino può frequentare la scuola, perché questa forma non è contagiosa.

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